Un protocollo di ultima generazione come Neo N3 non poteva certo rinunciare all’implementazione di funzionalità come Zero Knowledge Proof. Ed eccoci qui, iniziamo il 2023 nel migliore dei modi possibili. Un altro tassello del nostro puzzle sempre più completo è arrivato per continuare a posizionare Neo N3 come per protocollo one-stop per ogni sviluppatore o dApp Maker.
Zero Knowledge Proof: cos’è e quali sono i principali utilizzi?
Possiamo definire Zero Knowledge Proof come un metodo con cui una parte (il prover) può dimostrare a un’altra parte (il verificatore) che una data affermazione è vera, senza che il prover debba fornire qualsiasi altra informazione oltre al fatto che l’affermazione è effettivamente vera. Ora che è abbiamo una definizione, cerchiamo di capire come questa funzionalità possa entrare in gioco nel mondo della tecnologia blockchain.
Sappiamo che la natura stessa della blockchain si basa sulla fiducia decentralizzata. Un sistema affidabile richiede che gli utenti rendano pubblici tutti i dati. È solo quando uno qualsiasi dei nodi può verificare i dati sull’intera blockchain che arriviamo ad avere un consenso e un livello di fiducia “distribuito”. Questo modello ha un prezzo da pagare: la privacy dei dati sulla blockchain viene sacrificata. Sulla rete infatti, tutte le informazioni sulle transazioni sono pubbliche. In altre parole, chiunque è in grado di conoscere le azioni di uno specifico address sulla rete. Questa situazione presenta una sfida fondamentale: poiché non esiste una protezione della privacy on-chain, molti scenari applicativi non possono essere realizzati sulla blockchain.
Possiamo considerare il voto anonimo come uno di questi esempi: il voto anonimo non può essere implementato in una rete pubblica. Tutti gli utenti della rete sapranno chi ha firmato la transazione e vedranno l’identità dell’elettore quando voterà. Pertanto, se vogliamo abilitare il voto anonimo sulla blockchain, dobbiamo creare un qualche tipo di protezione della privacy. La natura trasparente della blockchain pone un’altra sfida: quando un utente esegue più operazioni sulla catena attraverso un account, gli hacker possono essere in grado di dedurre l’identità dell’utente nella vita reale attraverso la cronologia delle operazioni. La ricerca sulla protezione della privacy è stata avviata per risolvere problemi come questi che derivano dalla mancanza dalla troppa trasparenza delle transazioni on-chain. Questa ricerca è ancora alla fase iniziale e in corso di studio.
Abbiamo appena iniziato un nuovo percorso molto sfidante, ma necessario per ampliare il mondo di applicazioni e casi d’uso per la Blockhain. Neo N3 sarà anche su questo fronte un indiscusso protagonista.
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Discussioni e casi reali d’applicazione di quanto hai appena letto nell’articolo. Mettiti alla prova e inizia il tuo percorso sul Web3.